Il treno per Tallinn by Arno Saar Alessandro Perissinotto

Il treno per Tallinn by Arno Saar Alessandro Perissinotto

autore:Arno Saar Alessandro Perissinotto
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
ISBN: 9788852073908
editore: Mondadori
pubblicato: 2016-05-16T22:00:00+00:00


11

«Ti ringrazio per essere arrivato così in fretta. Sarei venuto io da te senza problemi.»

«Figurati, la vita a Nõmme è di una tale noia che ogni occasione è buona per scappare.»

«Credevo che ti piacesse abitare là.»

«Certo, è un posto meraviglioso. Pieno di casette, di alberi e di neve, ma dopo un po’, di casette e di alberi e di neve ne hai piene le scatole. Per fortuna c’è un treno ogni mezz’ora e in venti minuti sei a Tallinn.»

«Non hai più la vecchia ZAZ?»

«Sì, ma non la uso quasi più.»

«Sempre giallo canarino?»

«No. Nel 2010 ho dovuto farla riverniciare e ho scelto un blu scuro: è un po’ meno vistoso.»

Kurismaa era andato a prendere il suo vecchio maestro alla stazione e, per chiacchierare in santa pace, si erano rifugiati in una pasticceria di via Vana-Kalamaja. Non una di quelle grandi pasticcerie con vetrine illuminate e piene di dolci colorati. Un posticino piccolo, in una casa d’angolo. Dalla strada si vedeva appena e per entrarci dovevi scendere tre gradini. Sembrava di sbarcare nel salotto di due zitelle e non è escluso che le proprietarie lo fossero davvero. Avevano arredato il locale con vecchi mobili scompagnati: un divano in vellutino, due poltrone dalla pelle consunta, un tavolo rotondo con decorazioni a testa di tigre sulle gambe, altri fatti di assi da ponteggio e una grande stufa a legna che ti faceva sentire a casa. Un posto da habitué: studenti che preparavano gli esami e giovani creativi che, con il notebook sulle ginocchia, si facevano lì l’ufficio al prezzo di un caffè e una fetta di torta.

E anche sul tavolino di Kurismaa e di Paul Veiman fumavano due grandi tazze di caffè, ma, invece della torta, c’erano due cartocci di bucce di patata croccanti, appena uscite dal forno.

«Mi hai detto che volevi parlarmi dell’omicidio del treno, vero?»

«Sì. Kalio ha affidato a me l’indagine sulla morte del russo.»

«Non muove più le chiappe dalla sua poltrona il vecchio Kalio Kuslap, non è così?»

«È diventato commissario capo: lui dirige e gli altri obbediscono. Funziona in questo modo.»

«Avresti dovuto esserci tu al suo posto. Se ci fossimo arrivati prima a sbarazzarci di certa gente, il fatto di aver avuto un padre dissidente sarebbe diventato un titolo di merito e non un freno!»

«Ormai non ha più importanza. Kalio è una brava persona, un amico.»

«Va bene, lasciamo perdere. Dimmi cosa vuoi sapere sul Tallinn Express, ma ti metto in guardia: io, appena salgo su un treno, mi addormento. C’è mancato poco che mi addormentassi anche venendo da Nõmme a qui.»

«Nella stazione di Narva hai notato qualcosa di strano?»

«Direi di no. C’era poca gente, ma questo, in inverno, è abbastanza usuale. Da quando ho casa a Narva-Jõesuu sono diventato un cliente fisso e mi chiedo come la GoRail riesca a sopravvivere con i pochi viaggiatori che ha.»

«Anche la vittima era un cliente fisso, si chiamava Igor Semenov: lo conoscevi?»

«No. Ho anche visto la foto sul giornale, ma non mi ha ricordato nulla. Non sono mai stato molto fisionomista e poi, come vedi, i miei occhiali stanno diventando sempre più spessi.



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